Data la collocazione geografica del paese, la cucina santangiolese rispecchia le peculiarità della tradizione contadina dei piccoli centri appennici. I piatti tipici si rifanno dunque alla consuetudine culinaria delle aree interne e pedemontane, con primi piatti di pasta fatta in casa, zuppe a base di legumi e cereali, ortaggi e frutta di stagione; le carni suine occupano un posto di rilievo, anche nella variante lavorata come nel caso della soppressata. I piatti più rappresentativi sono quelli preparati in occasione delle festività religiose: la ‘menestra maretata’, minestra di cicoria e varie parti di derivazione suina, è del periodo pasquale; a Natale è invece immancabile il ‘baccalà alla pertecaregna’, filetti di baccalà bolliti, conditi e contornati da peperoni cruschi. Le produzioni agricole e l’allevamento sono per lo più a conduzione familiare, così come quelle casearie di latticini, caciocavallo, ricotta e formaggi vaccini. Di particolare pregio è la produzione del Carmasciano: il formaggio, dall’omonima zona che comprende i territori di sei comuni nella valle d’Ansanto, è un pecorino dalle peculiari caratteristiche organolettiche. Le esalazioni sulfuree dell’area mefitica conferiscono al formaggio un sapore unico, la cui sopravvivenza è legata alla produzione di poche famiglie. E’ tuttavia in atto un’azione da parte di enti e produttori tesa a far ottenere al Carmasciano la denominazione IGP.
Anche la produzione vinicola del territorio è a conduzione familiare, e vede la realizzazione di rossi da vitigni di Aglianico, Merlot e Sangiovese, mentre i bianchi derivano da vitigni di Moscato e Coda di Volpe.

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