Le origini del castello risalgono al IX secolo, all’epoca in cui il Ducato di Benevento, fondato da Arechi II, fu diviso da quello di Salerno e contemporaneamente fu avviata un’operazione di riorganizzazione territoriale. Bisaccia passò nel Gastaldato di Conza, e sebbene non sia possibile risalire all’impianto originario, a causa delle numerose ricostruzioni avvenute nei secoli successivi, sicuramente la realizzazione della torre, sensibilmente ridotta nell’altezza, e parte del bastione, sono da attribuirsi all’influenza della dominazione longobarda.
Al 1087, durante il periodo normanno, risale la prima notizia scritta sull’insediamento fortificato posseduto da un certo Roberto, signore di Bisaccia.
Dopo la conquista di Federico II di Svevia, il castello, ripensato nella sua sistemazione, viene utilizzato come prigione e residenza di caccia. In questo periodo è aggiunto alla torre un parametro murario esterno, costituito da pietrame informe legato da malta, con angolari in conci di calcare di taglio regolare su cui si conservano i caratteristici segni dei lapicidi, attribuibili a maestranze germaniche della prima metà del XIII secolo.
Nel 1266, morto il re svevo Manfredi nella battaglia di Benevento, si ha l’avvento della casa angioina. I nuovi conquistatori occupano tutto il regno e confiscano gran parte dei feudi appartenuti ai baroni che un tempo erano stati fedeli agli Svevi, così, il feudo di Bisaccia viene restituito a Riccardo II, poiché il suo avo Riccardo I, guelfo del Papa, aveva ordito le trame della congiura di Capaccio contro l’Imperatore. A seguito della sua morte, il figlio Ruggero, nel 1294, ottiene la piena investitura del Castello e delle terre circostanti.
Nel 1349 un terremoto scuote il Sannio e nello stesso periodo il Castello Ducale viene ricostruito. In mancanza di notizie certe non è possibile rilevare una connessione tra i due eventi, tuttavia intorno agli stessi anni fu realizzato l’arco ogivale, che introduce nel secondo cortile, ed è possibile considerarlo come il vero ingresso in epoca medievale.
Durante il periodo aragonese, Bisaccia si amplia quasi a raggiungere il ciglio dei burroni a nord ed ovest. Numerosi sono i rifacimenti e abbellimenti dell’edificio, come la graziosa loggetta quattrocentesca nel secondo cortile, il grande loggiato cinquecentesco costituito da 28 archi a tutto sesto, che caratterizza il prospetto nord e la porta collegata al primo cortile.
Nel Seicento il feudo passa alla famiglia Pignatelli. Nel 1768 si ha notizia di un incendio scoppiato nella difesa di Bisaccia. Nel 1851 il re Ferdinando II, in mancanza di discendenti diretti entro il quarto grado dell’ultimo Pignatelli, accorda il titolo ad un suo lontano parente, Carlo Maria Sosthènes de la Rochefoucauld-Doudeauville.
Nel 1911 il castello è vincolato come bene monumentale ed artistico. Nel 1930, un fortissimo terremoto produce gravissimi danni al centro abitato. Nel 1977 il Comune di Bisaccia acquista l’edificio, ma solo tre anni dopo, il 23 novembre 1980, un gravissimo terremoto provoca molti danni alla struttura medievale, che riceve nuova vita solo dopo l’importante restauro degli ultimi anni.
Oggi al Castello Ducale si accede attraverso un grande portale archivoltato, realizzato in blocchi lapidei, su cui è visibile lo stemma della famiglia Pignatelli. L’ingresso è rinforzato da due torrioni cilindrici comunicanti, con lieve basamento scarpato. Superato un breve androne si passa in un primo cortile, a pianta quasi trapezoidale, aggiunto alla fabbrica durante il XVI secolo. Su di esso si aprono a est e a sud alcuni ambienti disposti al piano terra, utilizzati un tempo come magazzini e cantine, oggi destinati al Caffè Letterario e al Museo Civico Archeologico di Bisaccia.
Da un secondo ingresso con arco ad ogiva si giunge alla corte centrale, a pianta quasi rettangolare, intorno alla quale si sviluppano gli ambienti, con andamento anulare, del piano terra e del piano nobile. Sul lato ovest del cortile si trovano una cisterna usata per l’approvvigionamento idrico, due arconi in muratura e i resti murari della primitiva fortificazione.
Dalla corte, una rampa di scale scoperta conduce al piano nobile con alloggi signorili, composti da una serie di sale intercomunicanti, e all’ampio salone, oggi destinato ad ospitare conferenze ed eventi.
Priva di coronamento e staccata dal corpo di fabbrica si erge la torre, divisa su tre livelli, a pianta quadrata, alta 15 metri. Attualmente mostra un’inclinazione alla base di circa 60 centimetri, a causa dei continui assestamenti del terreno. L’accesso originario era disposto, per motivi di sicurezza, a livello intermedio della facciata est, raccordato attraverso un ponte levatoio ad una scala esterna in muratura (oggi scomparsa), invece, l’attuale accesso del piano terra risale ad epoca rinascimentale.