È da tempo immemorabile la chiesa madre del paese, ed il fatto stesso di sorgere nel sito più alto, accanto al castello, ne testimonia l’antichità. Si racconta anzi che negli anni bui del medioevo fosse collegata al maniero feudale attraverso un passaggio sotterraneo, ma l’ipotesi, anche se possibile, non è suffragata da documenti. Per secoli la piazzetta antistante, su cui si affacciava pure l’antico municipio, fu luogo di raduno del “pubblico parlamento” e fungeva da cimitero.
L’interno è a forme di croce latina, ed è ad una sola navata. Sulla parete destra della navata si apre una porta che, tramite una scalinata in pietra, porta al sepolcreto gentilizio dei Principi di Morra, dove nei loculi della parete sono riposano le loro ossa in cassette di legno. Al centro del pavimento di questo sepolcreto si apre una botola sotto una lastra di pietra. In questa botola c’è uno spazio quadrato, non molto largo con un sedile di pietra per lato. Sul soffitto del pianerottolo, dove inizia la scalinata, non visibile, c’è un locale, rilevabile dalla finestrella che si vede sul muro esterno della chiesa. Si diceva che i principi, quando si sentivano in pericolo, attraverso un cunicolo sotterraneo penetravano nel sepolcreto e quindi salivano in questa stanza segreta, dove si nascondevano per il tempo necessario. Sotto il coro, la sacrestia e il braccio sinistro della croce, ci sono dei sotterranei dove venivano in antichissimi tempi deposti i morti. Il locale sotto la sacrestia era riservato ai sacerdoti, gli altri erano per altri defunti. Il De Sanctis, nel suo libro “La Giovinezza” parla del locale dove erano i preti morti, seduti su di una sedia, che lui aveva visto da bambino per un buco nel muro della chiesa di fronte a casa sua, dove si era arrampicato con una scala.
Nonostante i danni dell’ultimo sisma, sono ancora ben riconoscibili l’impianto a croce latina con un’unica navata ed il vicino campanile, posto a pochi metri dal castello. La piazzetta davanti alla chiesa e i rispettivi muri, sono stati fatti ultimamente al posto della Chiesa della Congregazione e di casa Strazza, che furono demolite.