Secondo la tradizione bisaccese, fin dal giorno in cui iniziava il Carnevale, ogni giovedì e ogni domenica, i ragazzi, in gruppo, bussavano alle porte dei vicini per recitare, ballare, saltare, cantare filastrocche e stornelli allegri, accompagnati dal suono dei coperchi delle pentole, con la speranza di essere ricompensati con salsicce, formaggi o qualche spicciolo. Quando uscivano dalle proprie case attiravano l’attenzione dei passanti, facendosi notare per i loro buffi vestiti: i bambini, in genere, indossavano pantaloni e giacche dei papà, abbottonati all’indietro o in modo sbagliato, e le bambine lunghi vestiti, gonne e grembiuli delle mamme.
Oggi sono pochi i ragazzi che, per non far perdere la tradizione del passato, chiedono il permesso di entrare in casa. La ricompensa si tramuta in qualche moneta e tanta allegria.